Chiamata l’Arena, dal nome che designa anche la sabbia, questa grande arena romana è un simbolo di Verona, e il terzo anfiteatro romano più grande d’Italia. Oggi può ospitare fino a 20.000 spettatori, come durante le opere estive tra giugno e agosto.
Situato in Piazza Bra, l’edificio è ben conservato, con una facciata costruita in pietra rosa e bianca della Valpolicella. L’interno è superbo e merita sicuramente una visita.
Fu edificato dai Romani nel I secolo d.C., probabilmente intorno all’anno 30, ospitò combattimenti di gladiatori e fu il quarto più grande degli anfiteatri italiani dell’antichità, misurando 138 metri per la sua grande lunghezza, dopo il Colosseo di Roma, quello di Capua e quello di Milano. La sua capacità era di 30.000 spettatori.
Nella città di Verona furono rinvenute numerose testimonianze di combattimenti tra gladiatori, come iscrizioni con nomi di gladiatori, o mosaici raffiguranti combattimenti nelle case.

Elementi storici

Durante le invasioni barbariche del III secolo, Gallieno inserì Verona nella linea difensiva con Mediolanum (Milano) e l’Aquileia, includendo nell’anno 265 l’arena nelle nuove mura.
Nel 312 servì da roccaforte per Massenzio che si era rifugiato a Verona durante la sua guerra contro Costantino. Due importanti battaglie si svolsero davanti alle mura, Costantino essendo vittorioso.
Con il Cristianesimo il monumento fu poco a poco abbandonato, servì da cava, prima di subire un grande restauro nel Rinascimento.

Descrizione architettonica

All’epoca della sua costruzione, l’anfiteatro si trovava su una leggera sporgenza artificiale, mentre oggi si situa al di sotto del livello medio della strada.
L’arena misura 75,68 m per 44,43 m (250 x 150 piedi romani), e le dimensioni massime dell’anfiteatro sono 152,43 m x 123,23 m, (520 x 420 piedi romani).
Tre cloache anulari, con altrettante gallerie concentriche, servivano al drenaggio delle acque, e altri due lungo gli assi, trasportavano le acque reflue fino all’Adige.

La facciata esterna e i pilastri sono stati realizzati con pietra da taglio, in particolare il Rosso Ammonitico della Valpolicella, pietra calcarea, con sfumature rosa e bianche.
L’aspetto attuale del monumento differisce dal suo aspetto originale, essendo scomparso l’anello esterno, tranne un tratto con quattro archi, sui 72 archi originali. Questo aveva tre livelli, il primo alto 7,10 m, il secondo 6,30 m e il terzo 4,50 m.
Sopra i capitelli toscani del primo ordine c’era una striscia di blocchi con sopra ogni arcata il numero d’ingresso. Oggi rimangono i LXIV al LXVII. Il numero I doveva corrispondere all’ingresso monumentale situato a ovest.

L’interno dispone di tre gallerie concentriche intorno alla cavea, alta 11,18 metri per la più esterna. Sopra di essa si trovava un altro corridoio che sosteneva il portico della cavea.
I corridoi anulari sopra le gallerie, scomparsi, davano accesso ai quattro settori dei sedili della cavea, con scale che li collegavano.
L’entrata ovest monumentale aveva una volta centrale due volte più alta delle altre.
I gradini della cantina scomparvero in gran parte nel medioevo, quando l’anfiteatro servì come cava di materiali. L’edificio ha subito un grande restauro nel Rinascimento, durante il quale i corridoi di accesso sono scomparsi e le pietre delle gradinate rinnovate.

Galleria

Informazioni e fonti

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